La cultura gastronomica e la dieta italiana a partire dal 1945 fino ai «lunghi anni Ottanta», ossia il periodo che intercorre tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Novanta, sono al centro del saggio dello storico Francesco D’Ausilio. Un tempo, in cui l’Italia diviene un paese industriale e gli Italiani un popolo di consumatori.
Si modificano i caratteri della dieta, compiendo un salto significativo nell’alimentazione nazionale sotto il profilo calorico: dalle 2.350 calorie dei primi anni Cinquanta si giunge alle 3.200 dei primi anni Ottanta; a poco a poco cambiano le modalità di accesso al consumo alimentare, le pratiche domestiche e i gusti a partire dalle differenze locali che da sempre costituiscono l’essenza della cucina italiana.
Anni di forte cambiamento per il Paese dunque raccontati attraverso il cibo.
I principali avvenimenti storici e fenomeni culturali della seconda metà del Novecento sono analizzati attraverso la testimonianza di libri, guide e riviste di cucina intesi dall’Autore come «sedimenti culturali» che contribuiscono attraverso le ricette e le fotografie dei piatti, alla formazione sociale del gusto.
Gli Italiani e il cibo sono i protagonisti del viaggio proposto dall’Autore in un paese in rapida trasformazione. Dal dopoguerra con la cucina «anno zero» sino al miracolo economico. Dalla crisi della cultura alimentare del Sessantotto sino ai movimenti di «contro-cucina» e all’austerity degli anni Settanta. Infine i «lunghi anni Ottanta», quando l’Italia diviene una società dei consumi complessa e le scelte alimentari diventano un simbolo di identità e status. Come cambiano i consumi alimentari? Come si attualizzano i concetti di piacere e gusto? Quando il cibo diventa uno stile di vita?